Il mondo del monouso per la ristorazione si sta trasformando e l’introduzione di
materiali ecologici sta prendendo sempre più spazio. Spesso si pensa che le performance della plastica siano insuperabili, in realtà lo studio di
nuovi materiali sta raggiungendo risultati sempre più alti in termini di qualità dei prodotti e compatibilità ambientale. Tra questi elementi innovativi ci sono le
stoviglie monouso in PLA ovvero in Acido Polilattico. Si tratta di un materiale derivato dalla trasformazione degli zuccheri presenti in mais, barbabietola, canna da zucchero e altre sostanze naturali e rinnovabili che non hanno nulla a che fare con il petrolio. Con il PLA può essere prodotto potenzialmente qualunque articolo funzionale al settore ristorazione, purché vengano rispettate determinate caratteristiche soprattutto per quanto riguarda il contatto con gli alimenti.
Piatti monouso e
bicchieri biodegradabili e compostabili,
posate ecologiche, contenitori, imballaggi per alimenti. L’importante è sempre accertarsi in fase di acquisto che ci siano tutte le indicazioni sull’uso alimentare. Il
PLA ad esempio è particolarmente indicato per cibi e bevande fredde o che comunque non superino i
55 gradi di temperatura perché al contatto il materiale potrebbe sciogliersi.
Come il PLA può sostituire il PET
L’acido polilattico ha delle caratteristiche tecniche che lo rendono adatto a sostituire la
plastica tradizionale in molto ambiti (dal monouso, ai tessili o manufatti durevoli). In particolare le stoviglie monouso in PLA come bicchieri usa e getta e contenitori da asporto hanno caratteristiche visive e fisiche simili a quelle del polistirolo. In particolare
trasparenza, lucentezza e resistenza. Al primo utilizzo un utente medio non si accorge della differenza tra un
bicchiere in PLA e un bicchiere di plastica.
Il PLA è sostenibile
Il PLA viene definito anche
bioplastica biodegradabile e compostabile, cioè che si decompone nel terreno una volta raggiunte le condizioni di temperatura e umidità necessarie. Questo materiale va infatti
smaltito nell’ umido insieme agli scarti di cibi. La caratteristica principale è la compostabilità e cioè la
degradazione rapida dei prodotti in PLA. In poco tempo (circa un paio di mesi in un centro di compostaggio) la
bioplastica si trasforma in terriccio. In questo modo il rifiuto torna ad essere una risorsa naturale. Da poco in Italia è entrata in vigore la nuova normativa che abolisce l’utilizzo di plastica per realizzare shopper ultraleggere. Questo provvedimento si inserisce in un disegno più ampio per ridurre la produzione e il consumo di plastica usa e getta nel mondo degli imballaggi. Per questo si stanno studiando e diffondendo sempre nuovi materiali che possano sostituire la plastica senza perderne le caratteristiche di resistenza e usabilità.